1 ottobre 1943 raggiunto l’obiettivo dell’Operazione Avalanche, le truppe alleate entrano a Napoli già liberata dai suoi cittadini

Dal 27 settembre a Napoli si combatte già, la città è esasperata dalla reazione dei tedeschi che fucilano prima otto persone poi altri quindici militari e tante altre esecuzioni sommarie. Uno degli episodi che colpisce di più i napoletani è la fucilazione di un marinaio nei pressi dell’Università i nazisti, con le armi, costringono una folla di persone ad assistervi.

Proclama_Schloss_NapoliIl colonnello Walter Scholl probabilmente è vittima del pregiudizio antitaliano e antimeridionale in particolare, crede che basti il terrore per fermare quelli che probabilmente considera quattro straccioni, Scholl forse ignora anche l’esperienza di rivolta del periodo pre e post unitario. I Napoletani hanno saputo dello sbarco ma non attendono passivamente l’arrivo degli alleati, imbracciano le armi e coordinati anche da militari del Regio Esercito e Carabinieri sfruttano la conoscenza di luoghi così adatti a tecniche di guerriglia.

Quando il primo ottobre gli alleati entreranno a Napoli troveranno una città già liberata dai tedeschi, il giorno prima il loro comando ha concluso la ritirata verso la nuova liena del fronte presso Cassino.

Durante le 4 giornate di Napoli al  fianco degli uomini anche “scugnizzi” e donne ma  anche “guappi”, con l’attitudine e l’abilità nell’utilizzo delle armi.

In particolare un caso risulta certamente documentato nell’hinterland partenopeo, quello della rivolta di Scafati e di Vittorio Nappi  di cui abbiamo parlato in post precedente anche per la singolare circostanza che vedrà Vittorio Nappi protagonista, dieci anni dopo, dell’intricato caso della sparizione del sindaco Rago.

Di quelle 4 memorabili giornate rimane il ricordo reso sempre vivo dal magnifico film di Nanni Loy che alleghiamo in coda e per Napoli comincia invece il periodo così ben raccontato dai libri “La pelle” di Curzio Malaparte e “Naples 44” di Norman Lewis.

 

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